INFN: bilancio 2010 (parte 2)

Fine anno, tempo di bilanci…

Dopo aver parlato di (alcuni) risultati scientifici nella prima parte, non possiamo non affrontare la serie di eventi che ha portato al riordino dei principali Enti di Ricerca italiani, incluso l’INFN (sebbene con alcune particolarita` che vedremo subito nel seguito):

  • La storia parte da lontano e si svolge in modo macchinoso, come spesso capita nelle cose italiane: dopo le elezioni politiche del 2006 si costituisce il (secondo) governo Prodi, il ministro dell’Istruzione, Universita` e Ricerca e` Fabio Mussi (maggio 2006), il quale presenta (aprile 2007) un disegno di legge che delega il Governo
    “ad adottare uno o più Decreti Legislativi per provvedere al riordino della disciplina relativa agli statuti e agli organi di governo degli enti pubblici nazionali di ricerca”.
    Dopo un iter abbastanza veloce (una lettura al Senato e una alla Camera), Il DDL viene approvato e diventa la legge 27 settembre 2007, n. 165.
  • Dopo poco meno di due anni, il governo Prodi viene sfiduciato dal Senato nel gennaio 2008, le camere vengono sciolte in febbraio, ad aprile si svolgono le elezioni politiche, e nel maggio 2008 entra in carica il governo Berlusconi IV, con ministro dell’Istruzione, Universita` e Ricerca Mariastella Gelmini.
  • Ad agosto 2008 viene presentato un disegnodi legge, cosiddetto “Collegato alla legge di bilancio 2009”, che tra le tante e varie norme, estende il termine della delega da 18 mesi al 31 dicembre 2009; il DDL viene approvato definitivamente e diventa la legge 18 giugno 2009, n. 69 (art. 27, comma 1, lettera a).
  • Il decreto legislativo viene approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 dicembre del 2009 ed emanato il 31 dicembre, D.Lgs. 213/2009.

Vale la pena riassumere i principali punti del D.Lgs. di riordino:

  1. Agli enti di ricerca vigilati dal MIUR “e’ riconosciuta autonomia statutaria nel rispetto dell’articolo 33, sesto comma, della Costituzione, ed in coerenza con i principi della Carta europea dei ricercatori“. Negli statuti vengono specificati ed articolati la missione e gli obiettivi di ricerca, tenuto conto degli obiettivi strategici fissati dal Ministro e dall’Unione europea. La formulazione e deliberazione degli statuti (e dei regolamenti, di cui all’articolo 6), e’ attribuita ai consigli di amministrazione in carica, integrati da cinque esperti nominati dal Ministro (artt. 1-3).
  2. I consigli di amministrazione, adottano un piano triennale di attivita` (aggiornato annualmente) in conformita` alle linee guida enunciate nel Piano Nazionale della Ricerca (PNR), ed elaborano un documento di visione strategica decennale. Coerentemente al piano triennale, gli enti determinano la consistenza e le variazioni dell’organico e del piano di fabbisogno del personale, sentite le organizzazioni sindacali, e con successiva approvazione dei Ministeri competenti. La ripartizione del fondo ordinario e’ dunque effettuata sulla base della programmazione, nonche’ tenendo conto della valutazione della qualità dei risultati della ricerca, effettuata dall’ANVUR, per una quota non inferiore al 7% a partire dal 2011 (artt. 4 e 5).
  3. Il consiglio di amministrazione (CdA), compreso il presidente, non può superare i 5 componenti per gli enti maggiori (20% del fondo ordinario o oltre 500 dipendenti), 3 negli altri casi, che durano in carica quattro anni e possono essere confermati una sola volta (inclusi i mandati già espletati prima dell’entrata in vigore del D.Lgs.). Dei componenti del CdA la maggioranza (3 su 5 ovvero 2 su 3) viene indicata dal Ministro, i rimanenti membri dalla comunita` scientifica (con modalita` stabilite dagli statuti). I consigli scientifici sono nominati dal CdA, previa consultazione della comunità scientifica ed economica (come previsto dagli statuti), e sono formati da non più di 7 componenti: si tratta di organi con compiti esclusivamente consultivi (specificati analiticamente dagli statuti). Ci sono delle (notevoli) eccezioni:
    • Per il CNR il CdA e` composto di 7 membri (quattro designati dal Ministro, uno dalla CRUI, uno dalla Confindustria, uno dalla comunita` scientifica), il consiglio scientifico fino a 10 membri;
    • Per  l’INFN, resta la precedente organizzazione sia per la composizione che la designazione degli organi, tranne che per la riduzione di 2 membri del Consiglio Direttivo di nomina non ministeriale;
    • Il CdA dell’ASI (Agenzia spaziale italiana) e’ costituito dal presidente e da altri 4 componenti (uno designato dal Ministro degli affari esteri, uno dal Ministro della difesa e uno dal Ministro dell’economia e delle finanze).

    I presidenti e i membri dei CdA di designazione governativa sono nominati da un comitato di selezione, composto da un massimo di 5 membri, nominato dal Ministro (artt. 8-11).

  4. Gli organi deliberativi degli enti adottano gli statuti e i regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, e del personale, previo controllo di legittimità e di merito esercitato dal Ministro (art. 7).
  5. Viene introdotta, di fatto, per tutti gli enti, la figura del Direttore Generale: “Gli statuti ridefiniscono le attribuzioni dei consigli di amministrazione allo scopo di ricondurne le competenze alla approvazione degli atti di carattere generale o fondamentale per l’organizzazione, il funzionamento, l’amministrazione e la gestione degli enti medesimi, consentendo la semplificazione e la speditezza delle procedure, la valorizzazione e responsabilizzazione del ruolo dei direttori generali e della relativa dirigenza” (art. 12).
  6. Infine, all’art. 18, viene introdotto il “congelamento” degli organi degli enti in carica o scaduti alla data di entrata in vigore del D.Lgs., che infatti “rimangono in carica fino alla data di entrata in vigore dei nuovi statuti o fino al completamento delle procedure di nomina che devono completarsi entro il termine di mesi due dalla data di entrata in vigore dei nuovi statuti“.

Vediamo, quindi, il seguito della vicenda, che necessariamente segue modi e tempi dettati dal D.Lgs. appena riassunto, sebbene nel frattempo sia intervenuto un nuovo provvedimento legislativo, ovvere la manovra finanziaria (decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni nella legge 30 luglio 2010, n. 122) la quale (all’art. 6, comma 5) stabilisce che i CdA di tutti gli enti pubblici siano costituiti al massimo di 5 membri. Questo ha generato problemi interpretativi anche per i funzionari del MIUR, la cui soluzione dovra` essere necessariamente essere individuata al livello politico (cioe` dai ministri competenti).

  • Il D.Lgs. e` stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 1 febbraio 2010 ed e` entrato in vigore 15 giorni dopo;
  • il MIUR ha proceduto a nominare, per ciascun ente, i 5 esperti che sono andati ad integrare i CdA in carica (il Consiglio Direttivo, per l’INFN);
  • E` stato emanato il DL 78/2010, che e` entrato immediatamente in vigore (31 maggio);
  • tutti gli enti hanno inviato la propria bozza di statuto, nei termini stabiliti (2 mesi dall’entrata in vigore del D.Lgs.);
  • il Ministero ha inviato osservazioni e richieste di modifica agli statuti praticamente a tutti gli enti coinvolti. In questa fase, le vicende dei vari EPR hanno preso strade abbastanza diverse:
    • l’INFN ha inviato una nuova bozza di statuto (30 settembre 2010), ed e` in attesa dell’approvazione definitiva. A differenza degli altri enti (almeno quelli piu` importanti), il testo completo non e` mai stato reso pubblico, ne’ nella prima versione, ne’ tantomeno nella sua bozza definitiva. Questo ha evidentemente escluso ogni forma di coinvolgimento della comunita` scientifica, anche al solo livello di informazione di quanto stava succedendo, come sottolineato da alcune organizzazioni sindacali: ad esempio l’ANPRI ha espresso il malessere della comunita` con una lettera al Presidente e al Consiglio Direttivo. Alcune importanti informazioni sono riportate nella presentazione del Presidente Petronzio al piano triennale del 13 ottobre. In particolare si evincono elencare i seguenti punti salienti:
      • l’ufficializzazione del ruolo gestionale della Giunta Esecutiva, rispetto ad un ruolo di indirizzo del Consiglio Direttivo;
      • l’introduzione del Direttore Generale, come richiesto dal Ministero, nominato dal Presidente e con identico mandato;
      • una maggiore autonomia dei direttori delle strutture locali (sezioni e laboratori nazionali);
      • l’istituzione di un consiglio tecnico-scientifico, con un ruolo consultivo sulle risorse ed infrastrutture necessarie ai progetti di ricerca (di massimo 7 membri, 4 anni di mandato rinnovabile una sola volta).

      Recentemente, nell’ultimo incontro con le organizzazioni sindacali del 15 dicembre 2010, il presidente ha ribadito i punti sopra elencati e si e` detto fiducioso che l’iter possa considerarsi concluso, dal momento che tutte le osservazioni del MIUR sono state incorporate nel nuovo testo.

    • il CdA del CNR ha deliberato, con parere contrario del consiglio scientifico, una prima bozza di statuto (9 agosto 2010) immediatamente trasmessa al Ministero, il quale ha risposto con una serie di osservazioni, non rese pubbliche, ma che includerebbero, oltre la riduzione (nuovamente) a 7 dipartimenti ,  modifiche in senso ancora piu` restrittivo rispetto al ruolo della comunita` scientifica e al controllo ministeriale sulla gestione dell’ente. Uno dei punti critici sarebbe, oltre al numero e la nomina dei componenti del nuovo CdA, la nomina (in prima istanza) del Direttore Generale da parte del Ministro; una decisione dovrebbe essere presa nel prossimo CdA del 12 gennaio 2011;
    • l’INAF ha deliberato una prima bozza dello statuto il 27 luglio, ha ricevuto a fine settembre le osservazioni del MIUR e ha elaborato una nuova bozza che ne tiene conto (il 21 ottobre 2010), in particolare introducendo una forte figura di Direttore Generale;
    • l’INGV ha deliberato una prima bozza dello statuto il 19 luglio, che anche in questo caso e` stata accolta con richieste di importanti modifiche da parte del Ministero, in particolare in riferimento alla mancanza di rappresentativita` della comunita` scientifica e allo storico problema del precariato: l’art. 12, comma 5, stabilisce che in sede di prima attuazione “la dotazione organica è determinata dalla somma della dotazione organica vigente alla data di entrata in vigore dello statuto stesso e del numero dei dipendenti con contratto a tempo determinato, in possesso dei requisiti di cui all’articolo 1, commi 519 e 520, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e all’articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

    Per ulteriori approfondimenti, vale la pena segnalare che l’ANPRI ha pubblicato un’analisi comparativa delle bozze di statuto disponibili.

  • A questo punto si attende, in qualche caso (come il CNR e l’INGV) le nuove bozze di statuto, nei casi invece in cui le osservazioni ministeriali siano state pienamente accolte (come dovrebbe essere il caso dell’INFN e dell’INAF) la firma del Ministro e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, in modo che possano partire le procedure di rinnovo degli organi statutari (come previsto dall’art. 18 del D.Lgs. 213/2009).

Per tornare all’INFN e per concludere questa lunga (forse noiosa) disamina, si puo` senzaltro sottolineare come l’atteggiamento della dirigenza dell’ente dovra` necessariamente essere piu` aperto nei confronti della propria comunita` scientifica di riferimento nelle prossime fasi, che non sono meno importanti della scrittura del nuovo statuto: i regolamenti hanno un impatto notevole sul lavoro quotidiano dei ricercatori, tecnologi e tecnici-amministrativi dell’Ente, e richiederanno l’esplicito coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, essendo molti aspetti della vita lavorativa dei dipendenti oggetto di contrattazione integrativa come previsto dal Contratto Collettivo (art. 28, CCNL 2002-2005).

Infine vale la pena di sottolineare come, trascorso il termine di due mesi dalla pubblicazione del nuovo Statuto, sara` necessario procedere al rinnovo di tutti gli organi “congelati” scaduti o giunti a scadenza nel frattempo, a partire dal Presidente stesso, il quale, avendo terminato il secondo mandato, non sara` piu` in carica: l’ampio e responsabile coinvolgimento di tutte le componenti dell’Ente sara` cruciale per poter gestire nel migliore dei modi la fase di transizione, senza pregiudicare il livello (eccellente) dei (tanti e complessi) progetti di ricerca in cui e` coinvolto. E questo e` un auspicio certamente non facile e non banale per il 2011.

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