Il documento del Department of Energy (DOE) americano che abbiamo recentemente pubblicato, faceva una review indipendente di tre possibili progetti di fisica delle alte energie con partecipazione degli USA. Come sappiamo, il DOE finanzia e supervisiona il 40% delle ricerche in fisica, ovvero quelle che non sono controllate dal dipartimento della difesa (DOD) o della National Science Foundation (NSF), e naturalmente ad esclusione di quelle che hanno a che vedere con lo spazio, che sono di competenza della NASA.
All’interno del DOE (che ricorda quindi un nostro ministero, anche se ovviamente ha tantissime competenze in materia di energia, come dice il nome stesso), l’agenzia che finanzia le ricerche (non solo in fisica, ma anche in scienze chimiche, geologiche, life science e biologia) è l’Office of Science, a sua volta organizzato in 6 uffici interdisciplinari: Advanced Scientific Computing Research, Basic Energy Sciences, Biological and Environmental Research, Fusion Energy Sciences, High Energy Physics and Nuclear Physics e gestisce 10 laboratori internazionali (Ames, Argonne, Brookhaven, Fermilab, Thomas Jefferson, Lawrence Berkeley, Oak Ridge, Pacific Northwest, Princeton, SLAC).
Per gestire il finanziamento e il coordinamento di tali ricerche, fa un uso estensivo del meccanismo della peer review e si serve di advisory committees.
L’Office for High Energy Physics (OHEP) ha individuato un programma di lungo termine, illustrato con il report del 2004, Quantum Universe Report, seguito nel 2006 da: Exploring the Quantum Universe, che identifica le tre frontiere della fisica delle alte energie:
Energy Frontier: con gli acceleratori si raggiungono le più alte energie per esplorare direttamente i costituenti elementari della materia
Intensity Frontier: l’approccio complementare di fasci di particelle molto intensi e rivelatori molto sensibili per studi di precisione delle interazioni fondamentali, fisica del neutrino, fisica del sapore e processi rari
Cosmic Frontier: la ricerca della natura della materia e dell’energia oscura, utilizzando le particelle che ci giungono dallo spazio: raggi cosmici, raggi gamma, neutrini.
Sugli aspetti tecnico-scientifici della fisica delle alte energie all’Associate Director dell’Office of Science del DOE e all’Assistant Director per la fisica e la matematica dell’NSF riferisce un comitato scientifico indipendente, composto da scienziati di fama internazionale: HEPAP, a sua volta composto da sub-Panels.
La raccomandazione di fermare il Tevatron alla fine del 2011, come abbiamo riferito recentemente, è stata appunto formulata dal sub-Panel P5 di HEPAP (che si occupa di stabilire le priorità dei programmi).
Per capire l’organizzazione è utile questa presentazione dell’Associate Director, Dennis Kovar.
La visione strategica, è quella delle tre frontiere:
Dall’ultimo rapporto, datato 2008, si riassumono le principali novità
e il loro impatto sulla Energy Frontier, in particolare dopo la partenza (ritardata) di LHC, e le relative conseguenze sul run di LHC sul Tevatron
Riguardo ai programmi dell’Intensity Frontier, si riassume lo stato dei vari progetti, con particolare enfasi sul nuovo programma di fisica del neutrino e su Project X
mentre per quello che riguarda altri programmi in questo ambito, si fa riferimento alla possibile partecipazione degli Stati Uniti al progetto SuperB in Italia, in alternativa a SuperKEKB in Giappone e ad un nuovo esperimento per la misura di g-2 del muone, e quindi alla peer-review richiesta dal DOE per prendere una decisione in merito ai tre progetti considerati (e di cui abbiamo pubblicato il report finale)
Infine, le conclusioni sono, ovviamente, sul livello di finanziamento, che anche per gli Stati Uniti rappresenta uno dei principali problemi (la presentazione è di novembre 2010, la decisione dei finanziamenti per il fiscal year 2011 è attesa per il prossimo febbraio)