Di recente Alessia Bruni, del Comitato Pari Opportunità (CPO) dell’INFN (dipendente della sezione di Bologna), ha segnalato un’interessante analisi sul personale, effettuata dal CPO e presentata in un seminario a Bologna nel novembre scorso.
Questa analisi estende a tutto il personale lo studio presentato alla Giunta Esecutiva (luglio 2010) e che era focalizzato sui ricercatori, naturalmente allo scopo di evidenziare, in modo quantitativo, le eventuali criticità all’interno dell’Ente e migliorare le condizioni di vita e di lavoro per il personale.
I dati sono presi dal conto economico annuale pubblicati sul sito della Segreteria Generale dello Stato, e si fermano a dicembre 2008.
Alessia, in particolare, ci segnala i grafici relativi al numero di ricercatori, per fascia di età e per genere, commentando:
“Sono evidenti la struttura del personale piccata sulla fascia di eta’ 40-50 (2 anni fa), il drammatico invecchiamento dell’ente e lo spopolamento delle fasce giovani. Soprattutto se confrontato alle statistiche del personale del CNRS francese, che mostrano invece una distribuzione uniforme per eta’ e un aumento del numero dei ricercatori nelle fasce piu’ giovani.”
A mio giudizio, va segnalata una semplice ma importante considerazione che nella presentazione viene fatta:
“Tali disuguaglianze traducono la difficoltà di riconoscere i meriti. L’impiego costante di meccanismi di valutazione più obiettivi e trasparenti sarà pertanto a vantaggio di tutti, donne ed uomini, e della eccellenza in generale del nostro istituto di ricerca.”
sottolineando, peraltro, come gli strumenti siano già da tempo stati individuati, codificati, e persino solennemente sanciti, nella Carta Europea dei Ricercatori, che l’INFN ha, altrettanto solennemente, sottoscritto oramai più di 5 anni or sono (come riportiamo in un recente nostro articolo).
