SuperB: il dado è tratto

Come preannunciato, si è svolto nel pomeriggio del 2 febbraio l’incontro tra il presidente, prof. Roberto Petronzio, il neo-direttore (ad interim) Umberto Dosselli (a seguito delle dimissioni del prof. Mario Calvetti) e il personale dei Laboratori Nazionali di Frascati. All’ordine del giorno, naturalmente, il progetto SuperB, e il suo impatto sul presente e sul futuro del laboratorio. I 250 posti della sala principale, dedicata a Bruno Touschek (il padre dei collisori elettrone-positrone), erano al completo.

Dopo una breve presentazione del neo-direttore (che è membro di Giunta da 6 anni, ed è dunque un volto familiare nel laboratorio), il presidente ha preso la parola per riassumere lo stato di approvazione del progetto SuperB, e per mettere sul tavolo i problemi e le difficoltà, che un progetto di tale portata (nel contesto attuale dell’Ente e del Paese) comportano, e per sottolineare la strategicità e l’importanza dell’apporto del personale dei LNF alla realizzazione di un acceleratore così ambizioso, e dunque chiedere il massimo del contributo al laboratorio, prima, e all’intero INFN, poi.

Gli aspetti critici, o che comunque destano preoccupazione, su cui si è focalizzato il presidente, sono i seguenti quattro:

  • il finanziamento (e soprattutto, le garanzie di assicurarsi le risorse necessarie su un piano di spesa pluriennale) e dunque le prospettive di medio-lungo termine in generale per l’INFN e per il progetto SuperB, anche a livello internazionale (con la partecipazione di partner europei e non);
  • il sito, ovvero dove si può localizzare l’acceleratore, con conseguenze non banali sulle possibilità di estendere la macchina in senso interdisciplinare, ovvero includendo linee di luce di sincrotrone
  • la governance, ovvero come il progetto debba essere gestito all’interno dell’INFN, anche rispetto ai piani e ai progetti che l’Ente già ha, e per i quali si è impegnato nel corso degli anni;
  • il personale, tenuto conto dell’alto livello di specializzazione necessario per la realizzazione del progetto, consapevoli delle professionalità eccellenti presenti all’interno dell’INFN, ma avendo ben presente che sono necessarie forze nuove, anche soltanto per far fronte al turn-over, soprattutto nella delicata situazione attuale di blocco delle assunzioni e forti limitazioni al reclutamento anche a tempo determinato.

Vediamo, in estrema sintesi, quali sono stati gli argomenti di riflessione; non risposte alle questioni specifiche, dal momento che, come lo stesso presidente Petronzio ha sottolineato, è questo il momento soprattutto di mettere sul tavolo tutti gli elementi di criticità.

  • Riguardo al finanziamento, al profilo di spesa negli anni e su come “metterlo al sicuro”, sulle prospettive del budget INFN per il resto delle attività dell’Ente, che non sono né poche, né poco importanti (basti pensare all’enorme valore dell’investimento finanziario, umano e strategico in LHC), il framework è il seguente:
    • La SuperB factory è uno dei 12 progetti bandiera inseriti dal Ministero della Ricerca nel Piano Nazionale della Ricerca; tale Piano andrà necessariamente avallato dal CIPE, il quale, eventualmente, aggiungerà delle risorse strutturali al finanziamento del Ministero stesso;
    • il MIUR distribuirà almeno il 7% del fondo ordinario degli enti di ricerca, circa 1,8 miliardi di Euro/anno, sulla base della valutazione della qualità della ricerca, e invece una percentuale di almeno l’8% per finanziare i progetti bandiera. Per il 2010, questi fondi sono quasi equivalenti a quanto sottratto agli enti di ricerca stessi, che devono, in attesa di sapere quale sarà il fondo 2011, pianificare con un budget tagliato del 13%, ma l’aspettativa è che il MIUR intenda aumentare di qualche punto percentuale il fondo. E’ evidente, che nell’ipotesi di finanziamento dei progetti bandiera esclusivamente con risorse del fondo ordinario, non tutti i 12 progetti potranno essere finanziati. In quest’ottica, è cruciale avere un progetto maturo e credibile. (Nota del blogger, molte di queste cifre sono illustrate in precedenti articoli di questo stesso blog, per esempio qui e qui)
    • Nell’ipotesi di un progetto multi-disciplinare, con linee di luce di sincrotrone, l’IIT dovrebbe essere in grado di assicurare risorse aggiuntive significative (dell’ordine di 100 milioni, sui 450 necessari alla realizzazione della macchina).
    • E’ importante, per la costruzione/upgrade del rivelatore, e per i costi di operazione della macchina, il contributo dei partner internazionali (anche se questi non dovessero contribuire alla prima fase di costruzione dell’acceleratore)
    • Per quanto riguarda i centri di calcolo, indispensabili per la grande mole di dati che l’esperimento alla SuperB produrrà, questi potranno godere di altre fonti di finanziamento, finalizzate allo sviluppo, anche delle Regioni del Mezzogiorno.
  • Riguardo al sito, è stato sottolineato come la scelta del luogo dove l’acceleratore verrà realizzato è critica per una serie di ragioni:
    • dal punto di vista del coinvolgimento dei LNF, evidentemente sarebbe importante realizzare il progetto o all’interno (ok, al di sotto, 20 metri sottoterra) dei laboratori, o nella vicina piana di Tor Vergata, quindi ancora in un’area in cui il personale e le infrastrutture di Frascati giocherebbero un ruolo determinante;
    • dal punto di vista tecnico, realizzare l’acceleratore in un “green field” (cioè in un’area libera, un “prato”) si presenta meno complesso, rispetto a un laboratorio esistente, perché non si soffrirebbe di alcuna limitazione di spazi o strutturale (si potrebbero realizzare linee di luce di sincrotrone che sfruttano al meglio le caratteristiche dei fasci, per esempio, disponendo di centinaia di metri liberi); d’altro canto, occorre realizzare da zero un certo numero di infrastrutture, e si ha il problema logistico di portare il personale, se non si è nelle vicinanze di una grande struttura come i LNF;
    • meno preoccupazione dovrebbe destare la necessità di realizzare opere di ingegneria civile (scavi, edifici), anche in considerazione della possibilità di adottare uno strumento come la legge obiettivo (prevista dal riordino degli enti di ricerca), con la difficoltà aggiuntiva, nel caso di realizzazione nel perimetro dei LNF, di non pregiudicare le altre attività in corso (SPARC, LIFE, e – almeno per i prossimi tre anni – DAFNE);
  • Riguardo alla governance, è stato assicurato il più ampio coinvolgimento dei laboratori di Frascati, naturalmente a partire dalle Divisioni Acceleratori e Tecnica, ma anche della Divisione Ricerca, con riunioni tecniche a cadenza settimanale con il management del progetto SuperB; naturalmente, in una fase successiva, anche l’organizzazione del progetto dovrà essere rivista, anche alla luce della partecipazione di team non INFN e internazionali;

    Il presidente INFN, prof. Roberto Petronzio

  • Riguardo alla questione delle risorse umane, e delle professionalità, necessarie alla realizzazione di un progetto tanto ambizioso, il presidente ha chiaramente affermato che:
    • il progetto ha l’assoluta necessità di una forte e qualificata partecipazione del personale di Frascati, il principale laboratorio nazionale dedicato alla fisica della Commissione I;
    • il coinvolgimento di gruppi e professionalità di tutto l’INFN sarà altrettanto importante;
    • sarà necessario reclutare da una parte, esperti internazionali, specialmente per collaborare alla realizzazione della macchina, dall’altra, un congruo numero di giovani; questo richiederà di superare le attuali limitazioni in materia di reclutamento, attraverso un Accordo di Programma con il MIUR, ovvero attraverso l’individuazione di un’organismo europeo che inserisca il progetto SuperB in un contesto giuridico simile a quello del CERN (naturalmente di dimensioni molto inferiori); l’ordine di grandezza di contratti nuovi da dedicare al progetto è di 50-60.

Sono state sollevate anche altre questioni:

    Pantaleo Raimondi

  • rispetto alla competizione con il progetto SuperKEK in Giappone, il presidente ha manifestato la fiducia di recuperare lo svantaggio in termini di tempo (i Giapponesi partirebbero da un laboratorio e da un acceleratore funzionanti) grazie alle prestazioni superiori della SuperB in termini di luminosità (cinque volte migliori), grazie allo schema di collisione di fasci inventato da Pantaleo Raimondi (il cosiddetto “crab waist“), che a KEK non si può implementare;
  • rispetto al giudizio negativo del Dipartimento dell’Energia (DOE, ne abbiamo parlato qui) e alla possibilità che la partecipazione degli USA sia di conseguenza limitata solo al fornire alcune parti dell’acceleratore di SLAC (soprattutto il sistema di radio-frequenza), il presidente confida che ad uno stadio più avanzato del progetto gli Stati Uniti possano rivedere questa posizione, e ha elencato le altre collaborazioni internazionali su cui SuperB può fare affidamento (segnatamente quella con la Russia e con i suoi esperti di acceleratori, in virtù della forte partnership nell’ambito del progetto Ignitor);
  • rispetto alla possibilità di avere una partecipazione (finanziaria) dell’Unione Europea, il presidente ha sottolineato come non sia verosimile pensare ad un contributo europeo per la costruzione della macchina, ma che è difficile immaginare che nell’VIII programma quadro (che ha inizio nel 2014) non ci possa essere un contributo per i costi di operazione di una infrastruttura di valenza europea;
  • rispetto alla compatibilità con i programmi di ricerca come il FEL, che richiedono ulteriori passi come la creazione del consorzio con altri Enti di Ricerca, il presidente ha assicurato la forte volontà di procedere e sostenerli; rispetto a DAFNE, l’orizzonte è di tre anni, come approvato dalla Commissione Scientifica Nazionale I, e dunque non ci dovrebbero essere interferenze;

Il direttore ad interim dei LNF, dr. Umberto Dosselli

Nel complesso è stata una discussione aperta, non tecnica e approfondita come quella che qualche giorno fa si è sviluppata a seguito della presentazione di Umberto Dosselli durante la riunione della Commissione I (che, d’altro canto, è proprio un organismo tecnico-scientifico), ma che ha affrontato, almeno al livello di elencazione, tutte le potenziali criticità che la partenza di un progetto così importante pone, a partire da una certa alea per quello che riguarda il possibile cambiamento di priorità o di direzione della politica scientifica generale del Ministero e del Governo.

Al di là del resoconto, nelle intenzioni il più “freddo” ed obiettivo possibile, il messaggio principale del presidente che si può estrarre – che è evidentemente una libera rielaborazione sintetica di chi scrive – è il seguente: SuperB è il progetto bandiera dell’INFN, da una parte è indispensabile per mantenere il livello di impegno del Paese nella fisica delle alte energie, dall’altra non può essere realizzato con successo senza il coinvolgimento e l’impegno dei Laboratori di Frascati (qualunque sarà il sito), e di una significativa frazione dell’INFN. Non tutto è definito, anche e soprattutto per quanto riguarda l’effettiva disponibilità delle risorse, ma l’obiettivo è quello di arrivare a dare una prospettiva di respiro ventennale per le nostre attività di ricerca, e che vada oltre la partecipazione al CERN di Ginevra.

Insomma, ancora più in breve, anzi, in estrema sintesi: alea iacta est.

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