Per completare la segnalazione fatta con un recente post: una pagina web dell’ENEA elenca tutte le diverse reti di monitoraggio della radioattività ambientale in Italia, costituite e gestite da varie autorità e istituzioni.
Facciamo un breve riassunto:
Reti ISPRA: REMRAD e GAMMA sono reti di allarme, che consentono il monitoraggio continuo ed automatico della radioattività in aria.
- REMRAD è una rete di pronto allarme ed effettua misure istantanee della radioattività totale di radionuclidi alfa, beta e gamma, consiste di 7 stazioni automatiche
- GAMMA consiste di 64 rivelatori – distribuiti in modo omogeneo sul territorio nazionale – che misurano direttamente l’intensità della dose gamma in aria, sensibile anche a piccole variazioni rispetto al fondo naturale
- Rete dei Vigili del Fuoco (Ministero dell’Interno): rete nazionale con lo scopo di segnalare situazioni di pericolo radiologico, consiste di più di 1000 stazioni di misura dell’intensità di dose gamma in aria e si avvale di centri di controllo regionali per la raccolta ed elaborazione dei dati e due centri di controllo nazionali per la supervisione.
- Rete nazionale di Sorveglianza della Radioattività ambientale – RESORAD: costituita dai laboratori delle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province autonome (ARPA) e di altri enti. Vengono analizzate tutte le principali matrici di interesse ambientale e alimentare (terreno, aria, latte, acqua, vegetali ecc.). Il coordinamento tecnico è dell’ISPRA, e in caso di emergenza fornisce i dati al Centro Elaborazione Valutazione Dati (CEVAD)
- Reti regionali: Tutte le Regioni e le Province autonome gestiscono autonomamente proprie reti di monitoraggio. La maggior parte dei dati prodotti da queste reti confluisce nella rete RESORAD.
- Reti di sorveglianza delle installazioni nucleari: progettate in funzione della tipologia dell’impianto e dei possibili scenari di incidente, i dati e le analisi prodotte dagli operatori sono inviati all’ISPRA che è responsabile delle attività di vigilanza sugli impianti stessi.
- Altre reti internazionali, sia a livello europeo, ma soprattutto dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, IAEA.
Nota bene: nessuna di queste reti rende pubblici i propri dati (se non è così, ogni segnalazione è benvenuta)