Italia, sprecona «scientifica»

Enrico Mattei, che col «cane a sei zampe» in pochi anni conquista il mondo; Adriano Olivetti, capace di portare l’Italia ai vertici dell’industria elettronica costruendo con 16 anni di anticipo il primo computer da tavolo. Edoardo Amaldi e Felice Ippolito, che ridanno alla fisica italiana il primato nel nucleare. Domenico Marotta, che fa dell’Istituto superiore di sanità un centro d’attrazione per i migliori chimici e biologi del mondo. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta l’Italia giocava un ruolo di primo piano in quelli che sarebbero stati i settori trainanti dello sviluppo mondiale.

Un enorme vantaggio scientifico, che però viene disperso in poco tempo, a causa di miopi scontri politici, di strategie internazionali fagocitanti, di feroci campagne mediatiche. A Marco Pivato, giornalista scientifico, va il merito di aver raccolto queste vicende in un libro (Il miracolo scippato, Donzelli, pp. 198, euro 18), «col preciso intento di mettere in guardia dal rischio che si corre non considerando la ricerca scientifica un bene pubblico da valorizzare, perché quanto più ne restiamo fuori tanto più si rimane esclusi dallo sviluppo internazionale». (…continua a leggere su avvenire.it)

2 pensieri su “Italia, sprecona «scientifica»

  1. Beh, ma a quei tempi l’INFN era praticamente una costola del CNEN di Felice Ippolito. L’attuale assetto dell’INFN è infatti quello del riordino del 1967, dopo il caso Ippolito che è del 1963.

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