di Vittorio Pellegrini*
Accelerare protoni e antiprotoni gli uni contro gli altri a velocità prossime a quelle della luce. Poi “raccogliere” con certosina minuzia i frammenti di questi urti per indagare le forze fondamentali della natura. Questo è quello che fanno i fisici delle alte energie utilizzando acceleratori di particelle come il Tevatron al “Fermilab” di Chicago. I risultati hanno fino a ora permesso di verificare il modello standard, la teoria che descrive le particelle elementari, compreso il bosone di Higgs non ancora osservato, e tre delle quattro forze (gravità esclusa) della natura. Ma i fisici, per loro missione, hanno l’esigenza di tentare di falsificare le teorie che sembrano funzionare.
Questo accade raramente e forse oggi ci troviamo di fronte a uno di questi eventi, risultato di un esperimento (CDF) effettuato al Fermilab da un team di ricercatori di varie nazionalità, tra cui molti italiani appartenenti ai gruppi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). I risultati suggeriscono l’esistenza di una nuova particella che potrebbe svelare la presenza di una sconosciuta quinta forza della natura. Per capire di più chiediamo spiegazioni a Giorgio Chiarelli, dirigente di ricerca dell’INFN, membro del team che ha riportato la scoperta e responsabile del gruppo di Pisa dell’esperimento CDF… (continua a leggere su Il Fatto Quotidiano)