Dopo lo smantellamento degli archivi il mondo scientifico lancia l’allarme: digitalizziamo la nostra storia
ROMA – Cosa fare per preservare gli importanti archivi storici nazionali? Come fare per evitare che documenti di grande importanza per la comunità storica, culturale e scientifica non finiscano in scantinati o addirittura nei cassonetti? A chiederlo è il deputato lombardo del Pdl Giorgio Jannone, che con un’interrogazione scritta al ministro per i Beni culturali Giancarlo Galan e al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini porta alla luce lo stato in cui versa il Laboratorio nazionale di Fisica di Frascati, i cui archivi sono stati dismessi per realizzare i nuovi uffici dell’Enea. E che, di conseguenza, non sono più accessibili agli studiosi.
In particolare, si legge, quali interventi si intendono adottare “al fine di recuperare importanti archivi storici italiani, anche tramite un’opera di digitalizzazione nazionale”? La denuncia è partita da alcuni docenti dell’università “La Sapienza”. Spiega Gianni Battinelli, storico della Scienza e ordinario di Fisica: “L’ultima volta che li ho visti, gli scatoloni erano accumulati nell’edificio che ospitava un reattore di ricerca dismesso”.
“Americani e tedeschi – aggiunge la ricercatrice Luisa Bonolis, che lavora alla digitalizzazione dei documenti di Fisica del Deutsches Museum di Monaco – stanno facendo un gran lavoro per mettere in rete i loro archivi”. Solo quelli italiani, che racchiudono anche documenti del “momento d’oro” dei ragazzi di via Panisperna, galleggiano nel disinteresse. “Siamo rimasti senza eredi”, spiegano in molti e “il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora per raccogliere e catalogare i documenti di Enrico Fermi, Ettore Majorana, Edoardo Amaldi, Bruno Touschek e tanti altri, l’ultimo dei quali Nicola Cabibbo, rischia di perdersi negli anni”.
Ma il problema, si legge ancora nell’interrogazione, non riguarda solo i fisici: l’archivio dell’Enea contiene le tappe della politica nucleare italiana, tema di grande attualità. “Le carte di Amaldi conservate al dipartimento di Fisica della Sapienza permettono di spaziare dalla storia dell’integrazione del nostro continente a quella del pacifismo e dei movimenti per il disarmo. Oggi – spiega ancora Battinelli – mancano i fondi e il personale per consentire la consultazione a tutti. Eppure trent’anni fa la situazione era molto peggiore. Ricordo quando mi chiamarono perché l’ufficio di Touschek doveva essere sgombrato e le sue carte erano nel cassonetto della spazzatura. Oggi almeno i documenti importanti vengono vincolati dalla Sopraintendenza”. Nella speranza, aggiungiamo noi, che non vengano perduti in bui e polverosi scantinati.
Fonte: romacapitale.net
Si legga:
ENEA -> INFN,
Battinelli -> Battimelli