Sedici milioni per gli spin-off

Più che un vero e proprio bando, è una misura “a sportello”, dunque sempre aperta: chi ha un progetto lo presenta al ministero in qualsiasi momento, il dossier viene esaminato e – se supera la valutazione – finanziato, senza bisogno di entrare in una graduatoria. È lo strumento di sostegno agli spin-off previsto dal decreto ministeriale del Miur numero 593/2000 (vai al testo integrale del bando), che attuando quanto previsto dal decreto legislativo 297/1999 dal 2001 a oggi ha finanziato la creazione di 90 neoimprese, con 37,2 milioni di investimenti diretti da parte del Miur e altri 33,8 a carico dei privati. Da allora la misura formalmente non si è mai chiusa, ma nelle settimane scorse il Miur ha deciso di stanziare altri 16 milioni, di fatto confermando questo strumento come uno dei più importanti per il trasferimento tecnologico in Italia.

Soprattutto per chi opera in contesti pubblici, visto che i soggetti autorizzati a presentare la propria idea d’impresa sono professori e ricercatori universitari, personale dipendente di enti di ricerca, dottorandi e titolari di assegni di ricerca. È a loro che tocca firmare la richiesta che va consegnata al Miur insieme a un business plan quinquennale in cui va tracciato il percorso di sviluppo dell’impresa, dalle attività di ricerca a quelle sperimentali, fino al debutto sul mercato… (continua a leggere su Il Sole 24 Ore)

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