In un anno dodicimila pubblicazioni in meno: per la prima volta in trent’anni la produzione scientifica arretra, rivela uno studio olandese
di CORRADO ZUNINO
ROMA – Abbiamo ricercatori resistenti e talentuosi, capaci di una produttività da fabbrica tessile cinese. Ma il sistema della ricerca italiana — scientifica e umanistica — è crollato.
Ora ci sono i numeri, offerti dal lavoro di una docente di economia e organizzazione aziendale all’Università di Bologna e di un esperto bibliometrico (uno statistico che studia le pubblicazioni scientifiche) olandese.
Il “paper” di Cinzia Daraio e Henk Moed reso noto da Research Policy ci dice che per la prima volta in trent’anni la produzione scientifica dell’Italia ha smesso di crescere e dà segnali di arretramento. Esperimenti e scoperte, nuova conoscenza prodotta nelle biblioteche universitarie e nei nostri centri di ricerca.
Arretra, tutto questo, come quota percentuale dell’intera produzione mondiale e in termini assoluti come numero di articoli scientifici pubblicati… (continua a leggere su Repubblica.it)
Sarei per la creazione di un “PIL della ricerca”, nella quale si valutano non solo i risultati – con i corretti parametri 😉 -, ma anche importazioni ed esportazioni (dei cervelli) al pari del PIL economico. Sono sicuro che il crollo sarebbe ancora drammatico, e questo e’ ancora più grave perché vuol dire che sta morendo la scuola scientifica italiana
Il presunto tracollo della produttività della ricerca italiana è una vera e propria bufala. Nel mio post spiego in dettaglio che le cose stanno diversamente e ed anche la possibile origine dell’errore nei dati della ricerca.
http://univeritas.wordpress.com/2011/08/24/is-italian-science-declining-anatomia-di-una-bufala/