Da Cavour a oggi, il contributo nazionale al progresso
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Camillo Benso, Conte di Cavour |
MILANO – Della morte di Cavour e del racconto che ne hanno fatto il Lancet, il British Medical Journal e negli Stati Uniti il New England Journal of Medicine tra il 15 giugno e il 17 agosto del 1861 s’è già scritto . E dell’ammirazione incondizionata che emerge da quegli scritti «per l’eroe della libertà e per il letterato che sapeva di scienza». Allora il Lancet scriveva “il debito dell’Inghilterra verso l’Italia è incalcolabile” e in Inghilterra erano convinti che persino Harvey (quello che ha scoperto che il sangue circola e che ha messo le basi della medicina moderna) non ci sarebbe arrivato mai se non fosse stato a Padova, alla scuola di Fabrizio Acquapendente e di Casserio. Poi però s’è perso tutto… (continua a leggere su corriere.it)