di Andrea Graziosi

La valutazione nelle discipline umanistiche solleva problemi che toccano la dignità individuale e di disciplina nei casi migliori, e interessi, anche gretti, in quelli peggiori. Occorre quindi ragionarne in modo pacato, basandosi su quella filologia che è al cuore delle nostre discipline. Ciò è tanto più necessario perché non abbiamo certezze. La maggioranza degli studiosi di queste aree scrive in italiano, su riviste di rado presenti nelle grandi banche dati, e le monografie – che dalle banche dati sono escluse per definizione – sono ancora il frutto più importante del nostro lavoro… (continua a leggere su Il Sole 24 Ore)