Data: 8 febbraio 2012
Prot. 29/2012
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Sen. Mario Monti
centromessaggi@palazzochigi.it
Fax: 06-67793543
e ai Ministri vigilanti sugli Enti pubblici di ricerca:
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Prof. Francesco Profumo
segreteria.particolare.ministro@istruzione.it
fax 06-5813515
Ministro del Lavoro e Politiche Sociali
Prof.ssa. Elsa Fornero
segreteriaministrofornero@lavoro.gov.it
fax: 06.4821207
Ministro dello Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti
Dott. Corrado Passera
segreteria.corradopassera@sviluppoeconomico.gov.it
fax: 06-47887770
Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Dott. Mario Catania
ministro.segreteriaparticolare@mpaaf.gov.it
fax: 06-4746178
Ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare
Prof. Corrado Clini
segreteria.ministro@minambiente.it
fax: 06-57288513
Ministro della Salute
Prof. Renato Balduzzi
segreteriaministro@sanita.it
Fax: 06-59945609
Ministro della Pubblica amministrazione e per la semplificazione
Cons. Filippo Patroni Griffi
segreteriamin.funpub@governo.it
Fax: 06-68997433
Oggetto: grave situazione degli Enti pubblici di ricerca e dei loro ricercatori e tecnologi
Egregio Sig. Presidente del Consiglio,
i ricercatori e tecnologi degli Enti pubblici di ricerca rappresentati da questa Associazione, al pari di altre categorie di lavoratori interessati, intendono richiamare la Sua attenzione sui gravi problemi che affliggono il mondo della ricerca pubblica in Italia e avanzare alcune richieste specifiche finalizzate al rilancio del comparto.
Dal Governo da Lei presieduto il mondo della ricerca attende chiari segnali della consapevolezza che, per uscire dalla grave crisi in atto, il Paese ha bisogno di puntare sulla ricerca e sulla innovazione, uscendo dalla logica dei tagli indiscriminati fin qui perseguita.
Come a Lei sarà senz’altro noto, alla luce anche della sua lunga esperienza professionale di uomo di scienza e di servitore pubblico, nel quadro generale dei problemi che affliggono il settore della ricerca italiana, una specifica problematicità riguarda il settore degli Enti pubblici di ricerca.
Di tale problematicità, elementi rilevanti sono rappresentati dalla mancanza di un ricambio generazionale tra i ricercatori e tecnologi, dalla mancanza per essi di adeguati riconoscimenti di ruolo e di status, dall’assenza di regole definite di valutazione all’inizio e durante la carriera, dal peso eccessivo dell’apparato burocratico/gestionale che vanifica e mortifica gli sforzi della comunità scientifica per essere internazionalmente competitiva nello “Spazio Europeo della Ricerca”.
Sono da poco trascorsi sei anni da quando tutti i rappresentanti degli Enti e delle istituzioni di ricerca italiani, riuniti in Campidoglio, assunsero il formale impegno di “adottare i principi e le misure previste dalla Carta Europea dei ricercatori e dal codice di condotta per la loro assunzione, adeguandovi le proprie norme statutarie e i conseguenti regolamenti esecutivi”, nonché di “sollecitare il Parlamento e il Governo all’adozione di iniziative legislative e amministrative conformi alle nuove prospettive indicate nella Carta e nel codice”.
Tale impegno era stato accolto dai ricercatori e dai tecnologi degli Enti di ricerca con estremo favore e forti aspettative erano venute a crearsi di un nuovo corso della ricerca pubblica italiana, basato sulla valutazione del merito e della professionalità, su eque condizioni e opportunità per tutti i ricercatori e tecnologi, sulla trasparenza gestionale ed amministrativa e sulla riduzione degli apparati burocratici e dei relativi costi, in linea con gli standard della comunità scientifica internazionale.
Ad oggi queste aspettative sono rimaste deluse; anzi, la situazione dei ricercatori e tecnologi è perfino peggiorata. Come da noi evidenziato nel Libro Bianco “Sulla condizione dei Ricercatori degli Enti Pubblici di Ricerca”, il confronto tra i principi della Carta e la realtà degli Enti di ricerca italiani è piuttosto impietoso, essendo ormai abissale la distanza che separa la realtà italiana dallo Spazio Europeo della Ricerca.
Anche le prospettive di una riduzione di tale distanza nel prossimo futuro sono piuttosto negative, considerati i pesanti interventi che gli Enti di ricerca e il relativo personale hanno subito negli ultimi anni: riduzione delle dotazioni finanziarie, soppressioni di enti senza alcun processo preliminare di valutazione, accorpamenti a strutture non deputate alla ricerca, forti limitazioni alle missioni dei ricercatori e tecnologi in Italia e all’estero, sensibile riduzione degli organici attraverso le pluriennali restrizioni del turn-over, sono solo alcuni esempi.
Questo ultimo punto, relativo al turn-over, è particolarmente grave, in quanto mette a rischio nel medio-lungo periodo la stessa sopravvivenza degli Enti pubblici di ricerca a causa del significativo depauperamento del loro capitale umano, quando invece sarebbe necessario puntare ad un aumento del numero dei ricercatori e tecnologi per sopperire alle carenze dell’Italia rispetto agli altri paesi europei, frenando al contempo la fuga all’estero dei nostri giovani “cervelli” ed aumentando l’attrazione di giovani “cervelli” stranieri verso l’Italia (il cosiddetto brain gain).
Crediamo che questa situazione di forte degrado sia estremamente dannosa per il nostro Paese che necessita, invece, di un urgente e forte rilancio dell’investimento nella ricerca, come anche evidenziato dalla strategia “Europa 2020” definita dalla Unione Europea per uscire dalla crisi e preparare l’economia della UE ad affrontare le sfide del prossimo decennio, strategia che individua nella ricerca/innovazione uno dei tre motori per la sostenibilità e la competitività della UE.
Alla luce di quanto esposto chiediamo che il Governo da Lei presieduto si adoperi per realizzare:
- l’incremento della dotazione finanziaria degli Enti pubblici di ricerca, in misura adeguata a rilanciarne l’attività di ricerca e la formazione di alte professionalità;
- l’eliminazione del blocco del turn-over finalizzata all’assunzione, tramite procedure trasparenti basate sulla valutazione del merito e delle competenze, di giovani ricercatori e tecnologi e al ripristino dei normali percorsi di carriera dei ricercatori e tecnologi in servizio, così come previsto dal Codice di condotta a livello europeo; a tali fini appare necessario ed urgente il varo di un piano straordinario di concorsi per tutti i livelli dei ricercatori e tecnologi, anche tenendo conto dei fenomeni di precariato ancora diffusamente presenti ed anzi in aumento per l’impossibilità di fare fronte ai crescenti impegni di ricerca con il personale di ruolo sempre più carente;
- l’adozione di iniziative legislative e amministrative per la piena attuazione dei dispositivi previsti dalla Carta europea dei ricercatori, a partire dalla istituzione di sedi e modalità regolari di coinvolgimento scientifico e organizzativo dei ricercatori e tecnologi nei rispettivi Enti;
- la semplificazione delle procedure burocratiche e amministrative di gestione delle strutture e dei progetti di ricerca, nonché la riduzione dei costi della burocrazia.
Confidiamo che, pur nelle difficoltà del momento, Ella, insieme con i Ministri competenti, vorrà dedicare alle specifiche problematicità degli Enti di ricerca la massima attenzione.
In questo, potrà contare sulla massima collaborazione da parte della nostra Associazione.
Cordiali saluti,
Il Segretario Generale ANPRI-CIDA
Bruno Betrò