Dai laboratori di Legnaro un aiuto alla sanità e la mappa della radioattività del Veneto. Ioni anticancro e radiazioni le nuove frontiere
di Aldo Comello
PADOVA. Il professor Fiorentini spiega che la variegata attività del’Infn fa alone attorno a due punti di forza. Il primo è costituito dagli acceleratori di particelle, 5 “colossi”: AN 2000, Tandem, Piave, Alpi, CN. Alcuni sono stati acquistati, altri li ha progettati e realizzati l’équipe tecnica del laboratorio che è quindi in possesso di uno straordinario know-how.
Questa competenza affilata nel tempo ha promosso una serie di collaborazioni internazionali di spicco, con la Francia innanzitutto, ma anche con il grande progetto giapponese “Iter” per la fusione nucleare che prevede nella concentrazione di risorse tecnologiche anche l’utilizzo di un acceleratore italiano dell’Infn. L’acceleratore RFQ fa parte della tradizione del laboratorio di Legnaro, non ha sorpreso quindi che il governo italiano abbia affidato all’Infn la realizzazione di un nuovo prototipo che costituisce il principale contributo italiano alla International Fusion Material Irradiation Facility giapponese… (continua a leggere su Il Mattino di Padova)