Ferroni (Infn): “Un passo gigantesco per capire l’Universo”

Roma, 4 lug. (Adnkronos) – “I risultati presentati oggi dagli esperimenti Atlas e Cms al Cern rappresentano un passo in avanti di straordinaria importanza per la conoscenza dell’Universo e dimostrano quanto la fisica delle alte energia sia entusiasmante, utile e necessaria per lo sviluppo”. Non nasconde il proprio orgoglio ed il proprio entusiasmo il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Fernando Ferroni, che ha assistito in diretta, dalla sede di Roma dell’Infn, al seminario del Cern in cui si è annunciata la scoperta del bosone di Higgs.

“La scoperta del bosone di Higgs – sottolinea Ferroni – e’ il culmine di una ricerca in corso da piu’ di quattro decenni per dimostrare la validita’ della teoria nota come Modello Standard della fisica delle particelle.

Grazie alla sua scoperta, non solo e’ stato compiuto un passo gigantesco nella comprensione dei grandi principi geometrici che regolano la dinamica dell’Universo, ma si apre una nuova ed entusiasmante avventura. Quella che ci portera’ a esplorare particelle e fenomeni con energie di miliardi di volte quelle raggiungibili con Lhc. Fino a quella scala di Planck che oggi -afferma – consideriamo il probabile limite della conoscenza umana“.

“Esperimenti come Atlas e Cms – prosegue il presidente dell’Infn – sono il frutto di grandi collaborazioni internazionali. La componente italiana in questi esperimenti, nel personale dell’acceleratore e nella direzione del Cern, e’ importante e molto qualificata e il contributo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e’ stato decisivo nella costruzione e nella messa in opera di parti cruciali dei rivelatori.

Questa scoperta e’ anche il frutto dell’eccellenza della ricerca italiana in questo campo e dell’entusiastico contributo di tanti giovani ricercatori a tutte le diverse fasi di questa impresa”.

Le tecnologie di frontiera impiegate negli esperimenti a LHC sono state, sono e saranno il punto di partenza per realizzare apparecchiature innovative quali ad esempio la Tomografia a Emissione di Positroni (PET) e i magneti ad alto campo della Risonanza Magnetica (RM), contribuendo quindi a costruire una societa’ migliore, come fortemente indicato e voluto dalla Comunita’ Europea.

Ferroni quindi sottolinea anche l’impotanza di ricerche di base come questa realizzata al Cern per lo sviluppo della conoscenza e per lo sviluppo industriale di un Paese.

“La scienza e la ricerca sono motori di grande sviluppo per le imprese. Penso all’Ansaldo che stava per essere venduta ai coreani e, invece, con la commessa sui magneti superconduttori arrivata dal Cern di Ginevra per Lhc, che oggi ha permesso la scoperta del bosone di Higgs, si e’ salvata ed e’ rimasta sul mercato”. “A rilanciare l’Ansaldo e, in particolare, l’area dell’impresa che si occupava di superconduttivita’, -ha ricordato Ferroni- sono state quindi la crisi asiatica e le commesse arrivate dalla ricerca di base del Cern. Per sei anni l’Italia ha pagato 80 mln di euro l’anno per Lhc ma ne ha avuto anche un grosso ritorno di commesse per le sue imprese cui sono andati circa 400mln di euro”.

“Tra il 2004-2005 circa le commesse industriali italiane hanno superato la quota che lo Stato italiano versava per la costruzione di Lhc. A queste commesse -ha concluso Ferroni- hanno partecipato un cinquantina di imprese italiane, molte del Nord ma anche delle realta’ vivaci del Centro-Sud, ed il loro contributo e’ stato di alta tecnologia anche nella costruzione di rilevatori e parti molto strategiche avanzate della straordinaria macchina Lhc”.

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