Bosone di Higgs, se Medicina e Fisica si uniscono

Il bosone di Higgs ha aperto nuovi orizzonti per la fisica delle particelle. Ma “la particella di Dio” potrà essere utile anche per le future tecnologie a servizio della salute, così come in passato le scoperte della Fisica diedero vita ai raggi X, alla PET e alla Risonanza magnetica. Scopriamo il perché con Arturo Chiti e Giovanni Tosi.

Il bosone di Higgs, o "particella di Dio"Ci sono voluti ben 48 anni perché la Fisica potesse completare la principale delle sue teorie: il Modello standard, ossia la teoria quantistica dei campi. Questo traguardo è stato raggiunto, grazie alla scoperta – annunciata la scorsa settimana dal CERN di Ginevra – di quella particella di materia che è responsabile della massa di ogni elemento presente all’interno dell’universo. Si tratta del Bosone di Higgs, o “particella di Dio”. Il britannico Peter Higgs, da cui la particella prende il nome, ne aveva teorizzato l’esistenza nel lontano 1964 e oggi, in seguito ad alcuni esperimenti, è stato possibile confermarla. La scoperta del Bosone, è quindi fondamentale per conoscere più a fondo l’universo e la materia di cui è composto. Ma questo non è l’unico traguardo raggiunto, poiché la ricerca, alla quale hanno collaborato numerosi studiosi italiani, mette in luce anche un altro aspetto significativo: il ruolo giocato dalla tecnologia. Per studi come questo occorrono infatti strumenti potentissimi e di altissima qualità, che possono essere impiegati, con alcune opportune modifiche, anche in altri ambiti, per esempio in Medicina nucleare… (continua su Humanitas Salute)

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