L’universo ha le sue regole. E una fra le principali, fondamentale al punto da essere stata battezzata principio cosmologico, afferma che, su scala opportunamente grande, l’universo è omogeneo e isotropo. È un principio derivante nientemeno che dalle equazioni di Einstein, e significa non solo che non esistono posizioni o punti di vista “privilegiati” (al contrario di quanto sostenevano, per esempio, i modelli geocentrici), ma anche che la materia in esso contenuta è distribuita in modo uniforme.
Ma non tutti sono d’accordo. Negli ultimi anni sono usciti studi nei quali si ipotizza che il cosmo possa avere un’architettura frattale: non una distribuzione indistinta come vorrebbe il principio cosmologico, dunque, bensì strutture che si ripetono in modo ricorsivo, dal micro al macro, su scala sempre più grande. Dove sta la verità? Uno studio in uscita su Monthly Notices, condotto da un team guidato da Morag Scrimgeour, giovane dottoranda australiana, dà ragione al principio cosmologico. Vediamo perché… (continua su Media INAF)