Obiettivo Crescita – L’agenda del Governo, i punti su Università e Ricerca

  • Riformare i dottorati di ricerca e creare un interazione stabile tra attività di formazione e attività di ricerca e sviluppo tecnologico e industriale
  • Coordinare le procedure per il conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale al ruolo di professore di prima e seconda fascia e definire una precisa programmazione temporale per le procedure da avviare nel biennio 2013 – 2014
  • Promuovere metodi trasparenti e oggettivi di valutazione e accreditamento degli Atenei e dei corsi.
  • Revisionare i meccanismi di finanziamento al sistema universitario
  • Predisporre il programma Horizon Italy 2020, finalizzato a definire il quadro strategico di programmazione delle risorse per la ricerca e l’innovazione in sinergia con la nuova programmazione comunitaria
  • Avviare iniziative di sostegno alla nuova imprenditorialità
  • Avviare il processo di razionalizzazione del sistema degli Enti pubblici di ricerca

Il testo completo dell’Agenda del Governo si trova qui:

http://www.lavoce.info/binary/la_voce/documenti/agenda_governo_20120824.1346070883.pdf

C’è da augurarsi che:

  • La riforma dei dottorati di ricerca sia fatta tenendo conto delle indicazioni della comunità universitaria e degli Enti di Ricerca e non sia l’ennesima de-qualificazione o introduzione di forme di sotto-lavoro, con il pretesto di incentivare le imprese e l’innovazione
  • L’abilitazione scientifica nazionale non si risolva in una gigantesca operazione sostanzialmente vanificata dai costi, in termini di punti-organico e di budget, per l’assunzione di giovani ricercatori e non crei – piuttosto – un’enorme massa di abilitati, peraltro con criteri discutibili (come si può leggere nella sterminata documentazione prodotta e raccolta da ROARS), che non potranno mai vedere concretizzata la loro legittima aspirazione ad essere chiamati
  • La “revisione” dei meccanismi di finanziamento al sistema universitario sia l’occasione per recuperare, almeno in parte, le imponenti riduzioni di questi ultimi anni, e non l’ennesima operazione per effettuare tagli più o meno lineari o con meccanismi pseudo-premiali che si risolvono in una diminuzione netta del finanziamento complessivo
  • Il richiamo al programma Horizon 2020 sia, per una volta, accompagnato da azioni di sostegno concreto, da parte del MIUR, non solo il richiamo al “dovere”, di recuperare il deficit di finanziamento europeo da parte di Università e Enti di Ricerca
  • Il processo di “razionalizzazione” degli Enti di Ricerca sia fatto in armonia e con la partecipazione delle comunità scientifiche di riferimento, e non sia, di nuovo, una sequenza di accorpamenti e soppressioni di stampo verticistico e dalla scarsa o nulla utilità, anche sul piano del risparmio, ma sia piuttosto l’occasione per rilanciare l’azione degli Enti più attivi e di recuperare efficienza nei settori che hanno avuto una performance meno soddisfacente in questi anni

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