Duello nel Governo, poi resta la retroattività

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA

Il Governo prima apre e poi in serata richiude. E sul possibile dietrofront sulla retroattività del taglio a detrazioni e oneri deducibili rimette la parola finale al Parlamento. Ma con un’avvertenza: la cancellazione dell’effetto retroattivo sulla rimodulazione delle tax exependitures è possibile soltanto se si fa slittare di un anno (al 2014) la riduzione di un punto percentuale della seconda aliquota Irpef dal 27% al 26. Come dire i saldi finali non si toccano. Secondo la linea dettata dal premier Mario Monti, infatti, eventuali miglioramenti sono sempre possibili, «ma ciò non significa accettare che l’impianto di politica economica su cui si basa il ddl possa essere messo in discussione».

Non è tutto. Su indicazione giunta direttamente dal Colle sarebbe stata cancellata dal testo del Ddl sulla stabilità 2013, il taglio del 50% dell’indennità riconosciuta ai dipendenti pubblici che assistono familiari portatori di handicap. Altra novità di rilievo potrebbe essere quella di mantenere l’esenzione Irpef per le indennità di invalidità. Più tempo, poi, per l’accorpamento degli enti di ricerca. Sono queste le principali modifiche apportate dal Governo al Ddl sulla stabilità poche ore prima di presentarlo alla Camera nel rispetto del termine del 15 ottobre. Dal premier è peraltro trapelata anche una certa insofferenza per i «tempi lunghi» e per alcune «fughe di notizie di troppo».

Dopo una giornata trascorsa a rifare conti, analisi e tabelle per cercare di cancellare l’effetto retroattivo della doppia stretta su detrazioni e deduzioni (come denunciato su queste pagine il 12 ottobre scorso), il Governo nella serata di ieri ha deciso di tenere il punto e ha rimesso la questione direttamente alle Camere. Per fare una modifica senza incidere pesantemente sui saldi della manovra sarà tuttavia necessario spezzare in due tranche la riduzione dell’Irpef sul primo e sul secondo scaglione: il taglio di un punto dell’aliquota dal 23 al 22% per i redditi fino a 15mila euro partirebbe (come prevede il Ddl di stabilità) direttamente dal prossimo 1° gennaio 2013; il punto in meno di aliquota dal 27 al 26% fino a 28mila euro di reddito dovrebbe slittare al 2014.

La stretta su deduzioni e detrazioni, infatti, vale a regime 1,156 miliardi di euro, di cui 983 milioni con l’introduzione della franchigia di 250 euro su deduzioni e detrazioni, e 170 milioni con il tetto di 3.000 euro alle spese detraibili (per gli effetti sui contribuenti si rinvia agli esempi pubblicati alle pagine 6 e 7). Ma come si evince dalla relazione tecnica l’effetto a tenaglia sui bonus ha un impatto finanziario complessivo (addizionali Irpef incluse) per il 2013 pari a oltre 2 miliardi di euro.

Per un dietrofront rimesso alla decisione del Parlamento ce ne sarebbe uno già deciso nel lungo pomeriggio di ieri. Anche sotto la spinta del Quirinale, infatti, dal testo che presenterà a Montecitorio il Governo avrebbe stralciato il taglio del 50% delle indennità per i tre giorni di permesso riconosciuti ai dipendenti pubblici che assistono familiari portatori di handicap. Il taglio applicato solo ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche avrebbe creato secondo gli stessi tecnci, una possibile disparità di trattamento tra pubblico e privato con un palese vizio di incostituzionalità. Tra l’altro, a conti fatti, la relazione tecnica al Ddl stima un risparmio di spese per le casse dello Stato che supera di poco i 16 milioni annui.

Un passo indietro anche sulla stretta fiscale alle fasce più deboli. Le indennità di invalidità percepite da chi ha più di 15mila euro resterebbero esenti da tassazione Irpef. L’applicazione del prelievo varrebbe soltanto per chi percepisce pensioni di guerra e ha redditi superiori ai 15mila euro. Infine, la fusione in un unico “super-Cnr” degli enti pubblici di ricerca viene sostituita con un’autoriforma che sarà proposta dalla consulta dei presidenti degli stessi enti. La stessa Consulta entro il 31 gennaio del 2013 dovrà presentare il documento al ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

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