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«S c-sc-scientifico!», garantiva Gassman nella parte di «Peppe er Pantera» ne «I soliti ignoti». «Scientifiche», garantiscono i commissari ministeriali per le riviste accettate per valutare i lavori dei docenti universitari. Ma sulla lista è scoppiato un putiferio: sono «scientifici» anche «Cineforum», i settimanali diocesani o «Stalle da latte»?
Il punto di partenza era sacrosanto: fissare finalmente dei parametri quanto più possibile oggettivi e incontestabili per una sorta di preselezione dei professori universitari. Obbligando gli aspiranti cattedratici a presentare un certo numero di lavori scientifici, diversi a seconda del settore, pubblicati su una serie di riviste. Una specie di «patentino» indispensabile per concorrere poi alle gare per conquistare questa o quella cattedra. Chiudendo così, una volta per tutte, la stagione dei concorsi truccati, dei curriculum fatti di articoli firmati insieme con i commissari d’esame, della cooptazione di mogli, figli, sorelle, fratelli, cognati e cugini che hanno fatto precipitare la reputazione del nostro sistema universitario a livelli spesso umilianti…
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