Cervelli in fuga? Troppo pochi
Più si emigra più si produceUn’analisi di Elsevier su dati Scopusha “inseguito” i ricercatori italiani nei loro spostamenti. Ne emerge
un quadro diverso dai soliti clichéROBERTO GIOVANNINIROMA
Essere un “cervello in fuga”, un ricercatore costretto a lavorare in un paese straniero, è un problema, ma quasi sempre anche un fattore positivo e un vantaggio. Ancora, nonostante tutto il nostro paese è ancora in grado di attirare dall’estero ricercatori. Un’analisi effettuata da Elsevier in merito ai cosiddetti fenomeni di “brain circulation” in Italia, condotta nel periodo 1996–2011 sulla base dati Scopus, restituisce un’immagine più complessa dei flussi migratori dei ricercatori da e verso l’Italia, rispetto al consueto cliché della “fuga di cervelli”…
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