Agenda digitale, scontro tra Madia e Ragosa: a rischio i tempi della riforma

Fonte: repubblica.it

Dal faccia a faccia tra il ministro e il capo esecutivo del programma sono emerse due visioni differenti sul percorso della svolta. Nuovo incontro martedì, ma senza intesa il dirigente potrebbe anche lasciare. E già dal 6 giugno parte la fatturazione elettronica obbligatoria per la Pa

di ALESSANDRO LONGO

31 maggio 2014

ROMA – Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, da pochi giorni responsabile dell’agenda digitale italiana, è in disaccordo con chi finora ha portato avanti il programma a livello tecnico esecutivo, cioè Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale presso la Presidenza del consiglio.

Il disaccordo si è palesato ieri sera, a quanto si apprende, durante una riunione fiume di due ore e mezza tra Madia e Ragosa. La visione della ministra, su come portare avanti la riforma digitale dell’Italia, è apparsa molto divergente da quella di Ragosa e ora non è detto che tra le due linee si riesca a trovare un punto di convergenza: ci riproveranno con un incontro fissato già per martedì; segno di quanto il tema sia considerato prioritario dal governo.

Il punto è che un mancato accordo equivarrebbe quasi certamente all’uscita di Ragosa dalla guida dell’Agenzia. Significherebbe cambiare tutto nella struttura responsabile dell’attuazione pratica delle riforme digitali, proprio nel bel mezzo di una transizione delicata per l’Italia. Il 6 giugno se ne realizzerà il primo importante tassello, infatti, quando diventerà obbligatoria la fattura elettronica per la pubblica amministrazione.

Nei prossimi mesi sono previste altre grosse novità, già disciplinate per legge: tra le altre, la possibilità per i cittadini di pagare la pubblica amministrazione sempre per via elettronica (tasse, multe, iscrizioni scolastiche eccetera); l’identità digitale per tutti gli italiani con la possibilità di interagire via internet con i diversi servizi pubblici usando una password unica.

È insomma compito dell’Agenzia, in questi giorni, accompagnare la pubblica amministrazione verso un cambiamento che per l’Italia non ha precedenti. L’assenza di un accordo tra i due protagonisti della riforma potrebbe significare un impasse che rischia di ritardare la svolta a data da destinarsi

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