Tante ore in laboratorio o in aula a fare docenza al posto del professore di cattedra tra poche garanzie e stipendi da fame. E con un’unica certezza: in nove casi su dieci le università dove hanno lavorato anche per diversi anni non li assumerà. È quanto è capitato ai 65mila ricercatori precari che tra il 2003 e il 2013 hanno lavorato nelle università italiane che poi nel 93% dei casi li ha espulsi. A fare i conti sul più grande spreco di risorse umane qualificate degli ultimi anni è un’indagine promossa dalla Flc Cgil e presentata oggi alla Sapienza di Roma.
Il grande spreco dei 65mila ricercatori
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