European Research Council: la ricerca d’eccellenza nasce “dal basso”

Lo European Research Council, il Consiglio Europeo della Ricerca, dalla sua fondazione ha finanziato 5mila progetti scientifici dei quali quattro sono stati condotti da Premi Nobel e tre da Medaglie Fields, il riconoscimento massimo per i matematici. Uno dei punti di forza dell’ERC, spiega l’attuale presidente Jean-Pierre Bourguignon, è che «gli argomenti dei progetti di ricerca non sono proposti dall’alto, ma dagli stessi scienziati; noi invitiamo le persone a sottoporre progetti ambiziosi e sfidanti, a pensare in modo differente». Ciascun progetto è valutato da una commissione indipendente di 22 ricercatori e la selezione è severa: in media ogni dieci progetti ne viene approvato uno: «Scegliamo le eccellenze, e colpisce la qualità fantastica dei progetti, ma anche la loro varietà che spazia dalla ricerca di base a quella più applicata».

Le istituzioni scientifiche italiane partecipano a questo programma in maniera intensiva. A oggi sono stati presentati più di 6mila progetti e 285 sono stati accolti. Una percentuale di successo del 5% che però, assicura Bourguignon, è aumentata con l’ultima call avvicinandosi a quel 10% che rappresenta la media su tutte le proposte. Ciò che penalizza il nostro Paese, ancora una volta, «non è assolutamente la qualità dei ricercatori, che è eccellente, ma il sistema che li circonda, le difficoltà burocratiche, la lentezza delle procedure…».

I progetti italiani finanziati spaziano su diversi fronti. Abbiamo così uno studio dell’Università di Bologna, condotto da Gabriella Campadelli-Fiume, che aspira a eliminare le cellule tumorali utilizzando una variante indebolita del virus Herpes simplex. Diego Perugini – dell’Università di Perugia – lavora invece sulla possibilità di predire le eruzioni vulcaniche osservando il rimescolamento nelle camere magmatiche; mentre Marco Pagano, dell’Università di Napoli Federico II, studia il rapporto tra il mondo della finanza e la creazione di posti di lavoro. «Le borse di studio dell’Erc sono assegnate secondo tre diversi livelli – prosegue Bourguignon -, a chi sta iniziando l’attività di ricercatore, a ricercatori già indipendenti e a quelli ormai affermati». Nel primo caso le borse possono arrivare a due milioni di euro per progetti che coinvolgono più scienziati su cinque anni, mentre nella seconda e terza fascia gli stanziamenti arrivano anche a 2,75 e 3,5 milioni.

Erc è un’iniziativa della Commissione Europea ed è parte del programma Horizon 2020; da qui al 2020 ha a disposizione un budget di 13 miliardi di euro. Attualmente è aperta una call per ricercatori già affermati e una serie di borse riservate a chi ha già avuto dei progetti approvati dall’Erc, ma a luglio si conoscerà il calendario delle prossime borse. Un’occasione importante per il nostro Paese, i cui ricercatori eccellenti hanno bisogno di opportunità concrete.

Fonte: Il Sole 24 Ore «Ricerca europea dal basso» – Il Sole 24 ORE.

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