È stata “intravista” durante due esperimenti condotti nell’Lhc di Ginevra. Marina Cobal dell’Infn: “È qualcosa di interessante da tenere d’occhio”
16 dicembre 2015
Cern di Ginevra
È ANCORA troppo presto per gridare alla scoperta rivoluzionaria ma ci sono buone possibilità che il risultato degli esperimenti porti a delle sorprese: una nuova particella, mai osservata finora e forse più pesante del bosone di Higgs, è stata ‘intravista’ in due test condotti nel più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. I segnali, rilevati dagli esperimenti Atlas e Cms, non possono essere considerati una scoperta: per un’eventuale conferma servono altri dati, che potranno essere raccolti a partire dalla primavera 2016. Sono dati preliminari, riferiti dalla rivista Nature nel suo sito, presentati nei seminari organizzati a fine anno dal Cern.
“Quello che vediamo è un piccolo eccesso locale, con una massa sei volte maggiore rispetto a quella del bosone di Higgs, ma potrebbe essere una fluttuazione e non abbiamo ancora un’evidenza statistica sufficiente”, ha detto la responsabile dell’esperimento Atlas per l’Italia, Marina Cobal, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “Sicuramente”, ha aggiunto, “è qualcosa di interessante e da tenere sott’occhio”.
Il funzionamento dell’Lhc all’energia da record di 13.000 miliardi di elettronvolt apre le porte a un territorio inesplorato della fisica. “Ormai siamo in una zona di frontiera nella quale nessuno sa che cosa troveremo”, ha detto il fisico teorico Fabio Zwirner, della sezione di Padova dell’Infn.
L’entusiasmo è già alle stelle: basti pensare che sono già una decina i lavori teorici
che tentano le prime possibili spiegazioni dell’ipotetica nuova particella: “Probabilmente andranno rivisti tra sei mesi”, ha rilevato, “ma sono il segnale dell’interesse che c’è per questa fisica di frontiera, che esplora i confini delle nostre conoscenze”.