Ottimo lo stato giuridico e i contratti tenure ma attenzione…

La notizia del giorno è senz’altro quella che il decreto legislativo, che il Governo si prepara a emanare (entro agosto) in virtù della delega introdotta dall’art. 13 della riforma “Madia” della Pubblica Amministrazione (legge 124/2015), porta delle modifiche alla normativa sugli enti di ricerca importanti e positive. Ne abbiamo notizia sia dalla stessa Ministra Giannini (audizione del 30 marzo alla Commissione VII del Senato), sia dal sempre ben informato Marzio Bartoloni (da Il Sole 24 Ore):

  • Innanzitutto la “liberazione” dai vincoli della pianta organica e del regime delle autorizzazioni per il reclutamento: se le spese di personale si mantengono entro l’80% del proprio budget, gli enti saranno liberi di gestire autonomamente le assunzioni.
  • Poi il tanto agognato (almeno da una larga fetta di ricercatori e tecnologi) status giuridico, ovvero la sottrazione delle norme sui ruoli professionali alle temperie della contrattazione collettiva, e quindi la definizione per legge degli stessi. Quello che il Governo si appresta a varare è una duplice operazione: da una parte la piena ri-pubblicizzazione del rapporto di lavoro, sottraendo del tutto il personale di ricerca alle norme del testo unico del pubblico impiego (il D.lgs. 165/2001); dall’altra l’istituzione di sole due fasce, che vanno a sostituire gli attuali livelli I (dirigente di ricerca e dirigente tecnologo) e II (primo ricercatore e primo tecnologo), con la messa a esaurimento del III livello e, infine,
  • L’introduzione di un meccanismo di reclutamento di tipo “tenure track“, ovvero di un contratto a tempo determinato che, a seguito di una verifica, si può trasformare in un’assunzione nella II fascia.

Se da una parte sono molti anni che l’intero mondo della ricerca italiana richiede l’introduzione di un meccanismo di reclutamento “tenured”, in uso in tutti i sistemi accademici del mondo, quasi certamente si riprodurrà il problema che la legge di riforma universitaria (L. 240/2010) ha creato per i ricercatori universitari a tempo indeterminato, ovvero la quasi impossibilità di avere una dinamica di carriera per una grande maggioranza e, comunque, una competizione tra giovani da immettere in ruolo e personale già inquadrato a tempo indeterminato in un livello (a esaurimento) più basso. In quel caso per i quasi 25,000 ricercatori universitari interessati è stato introdotto un piano straordinario per il reclutamento di professori associati, che però – nonostante le risorse non piccole in campo – data l’entità del problema ha permesso l’assorbimento solo di una parte minoritaria della platea.

Numericamente il problema negli enti di ricerca sarebbe meno imponente ma comunque non piccolo: 3391 ricercatori di III livello e 699 tecnologi di III livello, ovvero il 68% complessivo (dati fine 2014), per i soli enti vigilati dal MIUR. Assumendo una proporzione simile per gli enti non vigilati MIUR, si tratterebbe molto probabilmente di ulteriori 1000 unità, circa, per un totale che probabilmente non è inferiore a 5000.

Anche con l’autonomia di reclutamento entro il vincolo dell’80%, la quota di personale che resterebbe nel III livello sarebbe comunque molto alta, dal momento che il problema, rimosso il vincolo del turn over, sarebbe comunque quello delle risorse.C


C’è, infine, una norma che prescrive che il numero di ricercatori di I fascia non sia superiore al 30% di quelli della II. Norma certamente positiva, mirante a evitare distorsioni con un livello apicale affollato e i livelli inferiori svuotati, ma sommando i ricercatori nel ruolo a esaurimento a quelli a tempo determinato, il 30% rispetto alla seconda fascia si traduce in realtà in una percentuale molto inferiore rispetto al totale: probabilmente tra il 10% e il 15%, certamente troppo bassa per avere una gestione equilibrata degli enti. La legge “Ruberti” di oramai 25 anni fa, stabiliva una saggia ripartizione 20-40-40 tra le tre fasce, che corrisponde a un rapporto del 50% tra I e II.

4 pensieri su “Ottimo lo stato giuridico e i contratti tenure ma attenzione…

  1. Gentilissimo Paolo, leggo con interesse in tuo articolo ed il tuo punto di vista. Mi preme di sottolineare un altro punto, secondo me rilevante, ai dubbi da te suscitati al meccanismo della tenure track. Ovvero che, a differenza dell’università, negli enti di ricerca sono già presenti numerosi ricercatori a tempo determinato (non conteggiati nei numeri da te citati) già selezionati che non si sa come verranno gestiti con il nuovo meccanismo e che entrerebbero in concorrenza con i ricercatori già di ruolo per quei pochi posti messi a concorso per il percorso necessario a diventare I ricercatore.
    Tutto questo dovrebbe essere evitato non creando un III livello ad esaurimento bensì portando tutto il personale ora inquadrato nel III livello nel nuovo ruolo unico di primo ricercatore che con il rinnovo contrattuale dovrebbe essere rimodulato nelle sue competenze economiche così da introdurre delle fasce economiche iniziali nelle quali includere gli attuali ricercatori a tempo indeterminato e successivamente accogliere gli attuali ricercatori a tempo determinato senza creare maggiori oneri per lo stato.
    Altrimenti sarà, come nell’università, una guerra tra poveri…

  2. Vorrei fare commento qualitativo di carattere sociologico. Se l’abolizione della terza fascia (anche) negli enti di ricerca implichera’ un innalzamento d’eta’ di l’accesso a posizioni ad tempo indeterminato, si assistera’ probabilmente ad una diminuzione della percentuale delle donne che fanno questo lavoro. Credo che la percentuale di donne in fisica in Italia fosse maggiore che negli altri paesi europei grazie alla possibilita’ di accedere a < ~40 anni ad una posizione stabile. Ciao,Marianna.

  3. Ma siamo sicuri che nelle intenzioni di chi ha scritto la nuova norma vi sia la volontà di creare il LIMBO dei III livelli? A vantaggio di chi? Avete letto la “bozza riservata ” del documento che UIL ha pubblicato sul suo sito? Mica è così chiaro? Certo bisognerà lavorare molto per migliorarla. Non vorrei che i SINDACATI, che come noto tutelano solo i IV VIII che guarda caso occupano tutti i posti apicali della dirigenza sindacale e si tutelano bene, stiano volutamente deducendo il peggio per creare allarmismo. Perché si oppongono al RUOLO? L’Istituzione del RUOLO dei Ricercatori ,dopo la firma del Comparto, assimilerà i IV VIII in tutto e per tutto ai dipendenti della scuola decretando la fine di vantaggi di cui ad oggi hanno goduto , ed anche la fine della possibilità di accaparrarsi poco eventuali futuri irrisori stanziamenti dedicati ad incrementare la ricerca e la retribuzione dei ricercatori Occhio non facciamoci strumentalizzare.

  4. Esatto D. Se leggi la bozza riservato è molto chiaro e per nulla incerto questo passaggio.
    Il comma 5 dell’art. 4 della bozza scrive che i III livelli sono soppressi..quindi più nessuno entrerà nel ruolo.
    Il comma 6 riserva ai ric e tec in servizio una quota riservata per poter entrare nel ruolo unico.
    Quindi non c’è dubbio che tutti coloro che sono di ruolo come III livello verranno mantenuto in un ruolo ad esaurimento (il limbo che tu citavi), mentre i precari a tempo determinato di quegli stessi livelli se ne andranno a casa…c’è ben poco da migliorare!
    Se leggi la riforma Gelmini e quello che ha comportato a distanza di anni sul personale…si può dire che hanno fatto copia/incolla.

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