Fonte: ANSA
Sono state completate le assunzioni di 215 ricercatori negli enti pubblici di ricerca previste nella Legge di Stabilità 2016.
La maggior parte delle assunzioni (82) è avvenuta nel Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e nell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), con 73. Altri 19 ricercatori sono stati assunti dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), 16 dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e 9dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).Altri 5 ricercatori sono stati inoltre assunti dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim), 3 dal Consorzio per l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste, 2 da Istituro Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs), 2 dal Centro Fermi e 2 dall’Istituto Italiano di Studi Germanici . 1 ricercatore infine, è stato assunto dalla Stazione zoologica Anton Dohrn e 1 dall’Istituto Nazionale di Alta Matematica Severi.
“Auspico che questo tipo di reclutamento, con concorsi nazionali e multi disciplinari che consentono di coprire le varie aree strategiche dell’Ente, possa continuare”, ha rilevato il presidente del Cnr, Massimo Inguscio.
Soddisfatto anche il presidente dell’Infn, Fernando Ferroni: “da lungo tempo – ha osservato – non avevamo una tale iniezione di linfa vitale a causa del blocco delle assunzioni e del turnover al 20%, misure che negli anni hanno condizionato le nostre attivita’ di ricerca”.
Per il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, le assunzioni sottolineano il rapporto di collaborazione sempre più stretto con il mondo scientifico in funzione del “ruolo strategico dell’Agenzia Spaziale Italiana nella programmazione e nella gestione delle attività spaziali” e che diventa “sempre più rilevante nel contesto di una cabina di regia dello spazio che guarda al futuro del nostro Paese”.
Mica è vero che sono ultimate le assunzioni però… Pure ‘sti giornalisti non riescono a scrivere una roba corretta che sia una…
Bene. Oltre all’iniezione di linfa vitale, è una buona notizia perchè in qualche modo riaccende la speranza di chi ha lavorato negli ultimi 5-6 anni negli enti di ricerca senza aver mai avuto la possibilità di partecipare a un concorso.
Forse stonano un po’ i numeri delle poche posizioni aperte al CNR, che ha in organico un numero di ricercatori molto maggiore rispetto all’INFN.
Trovo positiva anche la modalità di reclutamento con concorso su scala nazionale e successiva scelta delle sedi di lavoro. Si potrebbe anche pensare di aggiungere un canale di reclutamento parallelo più piccolo e destinato esclusivamente a personale (italiano e non) che lavora all’estero da più di N anni.