Ricerca, in Italia cala la spesa: 21,6 miliardi nel 2016

Fonte: Milano Finanza

In Italia la spesa totale per ricerca e sviluppo nel 2016 è stata di 21,6 miliardi di euro, l’1.29% del pil (dati provvisori), diminuita dai 22,1 miliardi del consuntivo 2015 (l’1,34% del pil), mentre in Francia e Germania le percentuali sono del 2,22% e del 2,94%

In Italia la spesa totale per ricerca e sviluppo nel 2016 è stata di 21,6 miliardi di euro, l’1.29% del pil (dati provvisori), diminuita dai 22,1 miliardi del consuntivo 2015 (l’1,34% del pil), mentre in Francia e Germania le percentuali sono del 2,22% e del 2,94%. Ha pesato qui il forte calo degli stanziamenti pubblici per la ricerca, diminuiti di due miliardi tra il 2007 e il 2016. La spesa pubblica per il settore dell’istruzione universitaria è ferma allo 0,4% del pil, al di
sotto della media europea dello 0.7%. La situazione appare leggermente migliore sul fronte della ricerca nelle imprese, che è cresciuta nell’ultimo decennio, ma rimane al livello dello 0,75% del pil, molto inferiore all’1,5% e al 2% di Francia e Germania. Malgrado ciò l’Italia scopre e innova, grazie alla creatività e al talento dei suoi scienziati, tecnologi e imprenditori.

Questo il quadro offerto dall’Accademia Nazionale dei Lincei nell’annunciare l’incontro in programma a Palazzo Corsini mercoledì prossimo 7 febbraio dal titolo “Ricerca e Innovazione in Italia e in Europa”, che prende spunto dal RIO country report sull’Italia promosso dal Joint Research Centre della Commissione europea che analizza ogni anno i problemi e le politiche dei Paesi della Ue su ricerca e innovazione e dai lavori di approfondimento ad esso collegati.

L’incontro, informa l’Accademia, sarà presentato da Alberto Quadrio Curzio, presidente dell’Accademia, e Mario Pianta (Università Roma Tre) e vedrà relazioni sul contesto europeo di Xabier Goenaga, Daria Ciriaci e Giovanni La Placa (Commissione Europea) e di Alberto Silvani. Il quadro italiano sarà illustrato dalle relazioni di Mario Pianta e Leopoldo Nascia (Università Roma Tre), Stefano Menghinello, Valeria Mastrostefano, Giulio Perani (Istat), Fabio Beltram (SNS e ANVUR), Marco Mancini (Linceo, Miur); concluderà la discussione Giorgio Parisi (Linceo, presidente della Commissione Ricerca dell’Accademia).

Il quadro internazionale mostra che l’Italia presenta un ritardo strutturale nei confronti dei maggiori Paesi europei, a cui si sommano gli effetti di un decennio di crisi. Alcune iniziative di reazione sono in corso che però risultano ancora deboli. Per le politiche per ricerca e innovazione sono stati introdotti negli ultimi anni incentivi fiscali alle imprese per le attività di R&S, altre misure riguardano il Programma Nazionale di Ricerca 2015-2020, gli interventi sulle “specializzazioni intelligenti”, il finanziamento di progetti di ricerca industriale e dei PRIN (Progetti di ricerca di interesse nazionale), i finanziamenti premiali per le università.

Tutto ciò, evidenzia l’Accademia, non basta anche perché manca un sistema di governo della R&S che potrebbe essere rafforzato da una regia unica presso la Presidenza del Consiglio che dovrebbe coordinare l’azione dei vari enti di ricerca dove vi sono delle eccellenze che non sfruttano le sinergie di un sistema nazionale. Il contesto europeo sulla ricerca e innovazione è caratterizzato dal dibattito sugli ultimi anni del programma di ricerca Horizon 2020.

La visione per il futuro è stata proposta dal Rapporto Lamy Lab-Fab-App. Investing in the European future we want della Commissione Europea, che chiede di raddoppiare il bilancio europeo per ricerca e innovazione dopo il 2020 e di dare la priorità alla ricerca (anche universitaria) in grado di produrre direttamente innovazioni nelle imprese. Un importante contributo al dibattito internazionale su questi temi è venuto nel 2017 in occasione del vertice del G7 svolto in Italia, quando le Accademie delle Scienze dei Paesi del G7 si sono incontrate a Roma all’Accademia dei Lincei e hanno prodotto il documento “Nuova crescita economica: il ruolo di scienza, tecnologia, innovazione e infrastrutture” che chiede un maggior sostegno pubblico per la ricerca e l’innovazione per affrontare le sfide di una crescita sostenibile e inclusiva.

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