Fusione, Mit punta a realizzarla in 15 anni con l’Eni

L'esperimento Sparc, primo plasma di fusione controllata a produrre energia pulita. Fonte Mit © ANSA/Ansa

L’esperimento Sparc, primo plasma di fusione controllata a produrre energia pulita. Fonte Mit © ANSA/Ansa

Il Massachusetts Institute of Technology (Mit) è in corsa per rendere disponibile la fusione nucleare nei prossimi 15 anni. Ha appena costituito a questo scopo l’azienda Commonwealth Fusion Systems (Cfs), alla quale, come rende noto il Mit sul suo sito, partecipa l’italiana Eni con 50 milioni di dollari. L’obiettivo è realizzare la fusione utilizzando i superconduttori ad alta temperatura già in commercio.

I superconduttori ad alta temperatura già in commercio, secondo il centro di ricerca americano, potrebbero portare allo sviluppo di un reattore più piccolo, più economico e più facile da costruire rispetto ai progetti in corso, compreso il progetto internazionale Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) in fase di sviluppo nel Sud della Francia. Quest’ultimo vede la collaborazione tra Unione Europea, Giappone, Federazione Russa, Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e India e vi partecipa anche l’Italia, che ha come capofila l’Enea

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Un pensiero su “Fusione, Mit punta a realizzarla in 15 anni con l’Eni

  1. Sono abbastanza stanco di continuare a leggere propaganda e propagandismo in ambito scientifico, soprattutto nel mio campo: sono il costruttore dell’unico nuovo esperimento di confinamento magnetico a Frascati dall’ormai lontano (1989) e decotto FTU (va solo dichiarato defunto e non tenuto in frigo come un nonnetto di cui si incassa la pensione…): l’esperimento PROTO-SPHERA. Un esperimento che sta funzionando, ha fatto fino a questo punto esattamente quello che proponevamo nel lontano 2001 e va completato, puo’ far capire un mare di fisica e propone una soluzione del tutto innovativa, al costo modesto di 2 M€ gia’ spesi e altrettanti da spendere ancora. L’ho messo su con i miei collaboratori proprio perche’ ero stufo marcio di assistere a pantomime nelle quali si dichiarave di voler costruire esperimenti ‘definitivi’ sulla fusione a confinamento magnetico e poi si faceva finta e non si costruiva proprio un bel niente (FTU-D prima del 2000, FTIII tra il 2000 e il 2006, FAST tra il 2006 e il 2011, DTT oggi). Per farla breve te la dico papale papale, e forse e’ il caso che mi attivi per dirla nell’ambito piu’ vasto possibile: il Tokamak e’ stato utile per capire (fino a 25 anni fa) un bel pezzo di Fisica (poi e’ diventato un campo sterile ed immobile), ma la possibilita’ che il Tokamak divenga un reattore a fusione e’ addirittura inferiore alla speranza per uno di noi di non dover morire mai! Il Tokamak ha dei difetti incurabili e son difetti di Fisica e non di Ingegneria, come molti imbroglioni cercano di far credere (ho cercato di spiegarli quando ho presentato il mio esperimento all’INFN di Frascati lo scorso settembre), difetti che rendono uguale a zero tale possibilita’. Compreso il fantomatico esperimento dell’MIT, mi dispiace solo che pezzi grossi della nostra industria (chiaramente malconsigliati da politicanti di stampo scientifico, molti dei quali in vita loro non hanno mai costruito un bel niente e si son nutriti solo di chiacchiere e di sentito dire che propinavano poi con gran sussiego al volgo ignorante) buttino soldi pubblici in tali puttanate…

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