Bertolucci e il sogno della Open Innovation: “Industrie italiane collaborate, o il futuro ci sfugge”

Per anni direttore di ricerca al Cern sta lavorando – con l’Europa – a un grande progetto di innovazione industriale condivisa. “In Italia si compete ma non si collabora, e le nostre realtà sono troppo piccole per fare da sole. Tante idee e altrettanti giovani talenti che se ne vanno, ma una svolta è possibile”. La racconterà il 5 ottobre a Onlife

L’Italia, si sa, è un paese bizzarro. È il paese dei guelfi e dei ghibellini, di città-Stato che si guardavano in cagnesco dall’alto delle mura, delle battaglie di principio condotte fino allo sfinimento nelle assemblee condominiali. Anche senza arrivare alla litigiosità della politica, non è difficile riconoscere che non si riesce mai a mettersi d’accordo su nulla, o quasi. Sarà una questione di forma mentis di perverso bizantinismo, o di percezione diversa delle sfumature, poco importa. Non ci è facile collaborare, diciamo. Eppure anche da noi c’è chi cerca ostinatamente di far dialogare mondi, in nome dell’innovazione. Spezzino, classe 1950, fisico delle particelle forte di una lunga esperienza da direttore di ricerca al CERN, dove ha presieduto anche il comitato LHC, Sergio Bertolucci sta lavorando a un progetto di innovazione industriale condivisa. E’ quello di cui parlerà in uno degli incontri diOnlife, il 5 ottobre a Milano.

E’ anche nella “Open Innovation”, destinata a progetti idustriali di avanguardia, quel futuro prossimo (molto prossimo) verso il quale l’Italia annaspa…

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