I ricercatori scioperano alla rovescia: braccia incrociate ma solo sulla maglietta

Fonte: La Stampa
03/02/2016
NOEMI PENNA
TORINO
ricercatoriprecari

I ricercatori incrociano le braccia. Ma solo sulle magliette: è lo «sciopero alla rovescia» indetto dal Coordinamento ricercatrici e ricercatori non strutturati universitari contro la decisione del Governo di non estendere alla categoria l’indennità di disoccupazione.

Lavoro in rosso

Assegnisti, dottorandi e titolari di borse di studio continueranno a lavorare nei laboratori di università e ospedali indossando sotto il camice una maglietta rossa, con due ricercatori che incrociano le braccia e la scritta «Ricerca precaria». La protesta è iniziata ieri mattina, nel 60° anniversario del primo sciopero alla rovescia, e porterà sino a venerdì le magliette rosse nei laboratori dell’ospedale San Luigi di Orbassano, della facoltà di Agraria di Grugliasco e del Cps, il Dipartimento di culture, politica e società del Campus Einaudi.

Indennità di disoccupazione

«Non si tratta solo di una maglietta, ma di un modo per far vedere che ci siamo, per parlare dei problemi della categoria e promuovere l’attività del Coordinamento», spiega la dottoressa Silvia De Francia, biologa in forze al San Luigi di Orbassano. «Siamo sparsi in tutta Italia ma uniti nella battaglia. Contrariamente a quanto sancito dalla Carta europea dei ricercatori, il Governo si è rifiutato di estendere ai ricercatrici l’indennità di disoccupazione: secondo il ministro Poletti fare ricerca non è un lavoro, perché “fortemente connotato da una componente formativa”. Un tentativo di delegittimazione del nostro impegno quotidiano, a cui abbiamo deciso di rispondere con la stessa filosofia: “se questo non è un lavoro, allora sciopereremo alla rovescia”», conclude.

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