L’università italiana sta per essere sommersa da una valanga di numeri. Partirà infatti tra breve l’esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) condotto dall’ANVUR il cui prodotto finale sarà una classifica delle università e degli enti di ricerca; e circolano da qualche settimana le bozze del decreto ministeriale per la valutazione dei candidati nei concorsi universitari.
Sia il VQR che il decreto ministeriale riflettono la speranza del Ministro e di molti consiglieri e commentatori che la obiettività delle statistiche bibliometriche riescano a scardinare le baronie che hanno ingessato l’università e la ricerca italiana votandole al declino… (continua a leggere su Il Sole 24 Ore)
Si dice che l’INFN prenderà una stangata tremenda da questa valutazione… Le grandi collaborazioni dei gruppi 1 e 2, in particolare, dovrebbero infatti risultare poco produttive secondo i criteri dell’ANVUR…
Posso tranquillamente smentire. La percentuale di ricercatori che non soddisfa quanto richiesto dal bando VQR dovrebbe essere molto bassa. Questo per quanto riguarda le 6 pubblicazioni nel settennio. Sulla qualità, una frazione verrà analizzata con metodi bibliometrici, e una frazione dai panel (che ora si chiamano GEV), e non ritengo che la qualità delle pubblicazioni delle grandi collaborazioni sia bassa, tuttaltro. Certo, il meccanismo non favorisce, in assoluto, le grandi collaborazioni, ma “stangata” mi sembra un allarme ingiustificato.